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Nba Talk: Player Profile – Kobe Bryant

da michele
Nba Talk

Un saluto a tutti cari appassionati di basket e benvenuti per una nuova puntata della nostra rubrica Nba Talk! La settimana scorsa avevamo dedicato la puntata ad una leggenda che purtroppo ci ha lasciato da poco mentre quest’oggi vedremo insieme un altro profilo di giocatore: quello del leggendario Kobe Bryant, il black mamba (soprannome che lui stesso si attribuì preso da Kill Bill volume 2) che ha lasciato davvero un grande vuoto nel cuore degli appassionati di basket di tutto il mondo da quel maledetto 26 gennaio 2020. Quella tragica mattina infatti uno dei giocatori più forti di sempre perse la vita a soli 41 anni (insieme tra le altre 8 vittime alla giovane figlia 13 enne Gianna probabile futura stella della WNba) a causa di un incidente in elicottero ma quest’oggi l’obiettivo è celebrare la sua incredibile carriera e parlare delle sue indiscusse doti di cestista e nello specifico di scorer. Kobe per chi non lo sapesse era una guardia tiratrice alta 198 cm per 96 kg che ha militato la bellezza di 20 anni consecutivi (1996-2016) con la storica maglia gialloviola dei Lakers diventandone tra le altre cose il miglior marcatore ogni epoca superando sua maestà Jerry West che l’aveva scoperto scambiandolo ai tempi per Vlade Divac con gli Charlotte Hornets, squadra che lo aveva scelto al draft con la pick numero 13. Il black Mamba, nonostante il primo anno a scartamento ridotto a causa dei pochi minuti, ha concluso la sua carriera alle incredibili cifre di 25 punti, 5.2 rimbalzi e 4.7 assist di media in 20 stagioni tutte con la maglia dei Lakers che per onorarlo hanno ritirato sia il numero 8 che il numero 24 suoi storici numeri di maglia. Qui sotto potete vedere il suo incredibile palmarès:

The Power of The Black Mamba

Penso onestamente che le scritte in alto parlino da sole, anche se ci sono alcune mancanze: Kobe non vinse il premio di Rookie of the Year (prevedibile visto che come detto non giocava tanto all’inizio e non era ancora diventato lui) ma stupisce che un fenomeno del genere abbia vinto l’Mvp soltanto una volta ovvero nel 2008. A mio parere senza dubbio ne meritava molti di più anche se parliamo di un campione che ha sempre avuto come obiettivo solamente quello di fare la differenza nei playoff e vincere quanti più titoli possibili per avvicinare, o meglio ancora superare, quel Micheal Jordan che era stato il suo idolo e la sua ispirazione. Bryant infatti prese come modelli per il suo gioco proprio il leggendario numero 23 e Magic Johnson e sono davvero storici tutti i loro duelli a cominciare da quello celebre del 1997 con un Kobe soltanto 19enne che chiuse con 33 punti ma venne sconfitto dai Bulls e dai 36 di MJ. Non ho citato per caso questo confronto proprio perché parlando delle doti tecniche del numero 24 (e precedentemente numero 8) una delle sue armi più famose è senza dubbio il suo letale fade away shot dal momento che Kobe se la cavava bene anche nel tiro dalla lunga distanza ma era un realizzatore vecchio stampo che contava molto sulle penetrazioni e soprattutto sui tiri dalla media aiutandosi molto con le finte e anche con il lavoro di piedi o footwork come si dice in gergo.

Il fideaway è uno dei tiri più difficili ma anche più letali sul campo

Kobe dal canto suo non è mai stato (come il suo illustre mentore del resto) un grandissimo passatore non tanto perché non aveva le doti per esserlo, anzi, ma più che altro per la sua nota mentalità aggressiva e la sua feroce determinazione sia in campo che soprattutto negli allenamenti. Sono noti a tutti i suoi celebri allenamenti alle 4 del mattino (magari dopo una bruciante sconfitta come quella contro i Celtics nelle finali 2008 che lo stesso Bryant ammise di soffrire parecchio) e credo proprio che sia stato un eccellente esempio di come dovrebbe comportarsi un professionista cosa che ahimè al giorno d’oggi si è un po’ persa sia dall’altra parte dell’oceano che da noi. Questa sua ossessiva voglia di vincere lo rese come molti sanno uno dei migliori anche e soprattutto quando si decideva una gara e rimangono nella memoria di moltissimi appassionati di basket della mia generazione i suoi numerosi tiri allo scadere che testimoniavano davvero la sua incredibile abilità nelle situazioni con la più alta pressione.

Kobe Bryant non aveva certo paura di prendersi le responsabilità, anche dalla lunga distanza

Il Black Mamba ha chiuso la carriera con ben 33.643 punti ed è attualmente al quarto posto assoluto (dietro soltanto a Karl Malone, LeBron James e Kareem Abdul-Jabbar) e non ci rimane altro che vedere insieme la sua partita migliore nonostante ovviamente sia un’autentica impresa: le gare che potrei considerare come le ‘finaliste’ in questa speciale categoria sono quella dei 61 segnati al Madison Square Garden nel 2009, quella sera in cui devastò i Dallas Mavericks con 62 punti in tre quarti oppure la sua incredibile ultima partita da 60 contro gli Utah Jazz ma credo che sia quanto mai appropriato ricordare quando riusci a registrare la pazzesca cifra di 81 in una storica partita il 22 gennaio 2006 contro i Toronto Raptors che potete rivivere qui in basso:

81 punti totali con 55 nel solo secondo tempo: quando si dice in gergo essere ‘In the Zone’

Quella sera Kobe Bryant mise a referto la seconda miglior prestazione di sempre in Nba per punti segnati totali rimanendo dietro solo i 100 punti di Wilt Chamberlain e come avete potuto vedere lo fece mostrando tutto il suo repertorio: tiri da 3 punti, entrate con schiacciata magari dopo una palla recuperata, fade away dal post basso e anche una notevole precisione ai tiri liberi cosa che per lui non era assolutamente un problema anche nei finali di partita dove invece molti giocatori tradiscono un certo nervosismo. Vi giuro che parlerei per giorni di questa leggenda a cui è stato anche dedicato il premio di All Star Game Mvp (che ora porta il suo nome e cognome) ma a questo punto voglio fermarmi e lasciare a voi la parola: fatemi sapere quale cosa ricordate di più di lui e quale partita vi è rimasta più impressa della sua irripetibile carriera. Bene cari fan della pallacanestro Nba, per la puntata di oggi della nostra rubrica Nba Talk è davvero tutto, a risentirci alla prossima settimana sulle pagine di Varzone!

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