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Nba Talk: Player Profile – Allen Iverson

da michele
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Un saluto a tutti cari appassionati di basket e benvenuti per una nuova puntata della nostra rubrica Nba Talk! Nelle ultime settimane ci siamo dedicati soprattutto all’importante Eurobasket 2022 che ha visto la vittoria della Spagna sulla Francia. Questo importante torneo è stato una vetrina importante per molti giocatori Nba che vogliono rilanciarsi e a sorpresa anche per una buona Italia che ha superato le aspettative. Quest’oggi tutta via torniamo a parlare della lega di basket più famosa del mondo con un altro profilo, quello del leggendario Allen Iverson: questo giocatore, a dispetto delle sue ridotte dimensioni di 183 cm per 75 kg, nonostante non abbia vinto tanto in carriera è stato in grado di catturare l’immaginario collettivo diventando così il vero e proprio idolo di tantissimi appassionati di basket sia dentro che fuori dal campo. Solitamente la gente, specie in America, non ama tifare per le squadre favorite o i giocatori più famosi ed è anche per questo che il piccolo grande uomo soprannominato The Answer aveva fatto breccia nel cuore dei fan nel corso di una lunga carriera passata soprattutto a Philadelphia ma anche a Denver senza dimenticare le comparsate negli ultimi anni a Detroit e Memphis prima dell’ultimo ritorno in maglia Sixers. A.I. ha giocato nelle Nba ben 17 stagioni compilando le seguenti notevoli cifre: 26,7 punti di media con 3,7 rimbalzi e 6,2 assist riuscendo a portare a casa oltre all’ovvio premio di Rookie of the Year del 1996 il titolo di Mvp della stagione regolare nel 2001. Date un’occhiata a questo riassunto della carriera di questo storico numero 3:

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The Power of the Answer

A livello individuale, come avete potuto ben vedere, il giocatore non si discute: parliamo di un 11 volte All Star, 4 volte miglior marcatore, Rookie of the Year, Mvp e 2 volte All Star Mvp oltre che ovviamente uno dei migliori 75 giocatori della storia della Nba. Però a livello di squadra è indubbio che colpisca parecchio che Allen Iverson non ha mai sostanzialmente vinto nulla, riuscendo soltanto nel 2001 ad arrivare in finale Nba e uscendo sconfitto-dopo una vittoria in gara 1- piuttosto nettamente contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O’Neal e Kobe Bryant indubbiamente favoriti. Come ben sapete ormai io penso che le vittorie di squadra dipendano anche e soprattutto dalle squadre nella quali un giocatore ha avuto la fortuna di militare ed è indubbio che Iverson non ha mai potuto contare su compagni tanto forti ma quasi sempre gregari a parte il Carmelo Anthony che ha avuto accanto negli anni dei Nuggets. Non mi sento quindi di dargli colpe gravi anche se ritengo-mia personale umilissima opinione- che sia stato a volte in carriera un giocatore troppo egoista o più che altro troppo individualista in campo anche se bisogna dire anche che non sarebbe stato The Answer senza la sua famosa carica aggressiva come se dovesse per forza segnare in ogni singola azione. Il suo incredibile talento comunque è davvero lampante e penso che sia ben rappresentato dalle sue migliori 10 azioni in carriera:

L’altezza non è tutto: A.I. ai suoi tempi era davvero imprendibile

Qualche schiacciata occasionalmente questo playmaker l’aveva fatta ma chiaramente non è mai stato il giocatore più atletico in campo né quello che tirava meglio dalla lunga distanza (soltanto 31% in carriera da tre per lui) ma d’altro canto sicuramente la velocità è sempre stata la sua arma migliore, unita al ball handling e alla capacità di cambiare velocemente direzione tirando comunque piuttosto bene dalla media distanza. Non stupisce infatti che sia stato uno dei primissimi-se non addirittura il pioniere- di quel movimento che viene definito in gergo ‘crossover’ come avete potuto vedere alla prima posizione con quello famosissimo che fece proprio marcato da sua maestà Micheal Jordan. Occasionalmente Iverson si dimostrava anche abbastanza abile nelle vesti inusuali per lui di passatore, ma parliamo in generale davvero di un giocoliere con la palla in mano: vi dirò nonostante abbia alcuni dubbi sul suo gioco avrei pagato per vederlo ogni settimana al palazzetto! Pensate che questo incredibile giocatore era stato scelto con la prima pick nel tostissimo draft del 1996 proprio dai Philadelphia 76ers e da rookie aveva stabilito il pazzesco record di 5 partite consecutive con 40 o più punti segnati. Altro che novellino alle prima armi insomma, gustatevi questo mixtape della sua carriera:

Nonostante non abbia mai vinto l’anello Iverson ha avuto una carriera memorabile

Eccoci dunque all’ingrato compito, quello di dover scegliere una gara tra le tante disputate da questo giocatore: quale tra tutte ha mostrato il miglior Iverson? Ebbene non sarà quella in cui ha segnato il massimo di punti personale in assoluto- 60 punti il 12 febbraio 2005 contro gli Orlando Magic- ma penso che la gara 1 delle finali del 2001 sia stata quella più impressionante della sua lunga carriera di cestista. Tutti davano per favoriti i Lakers che giocavano anche in casa ma nessuno aveva fatto i conti con l’oste, questa volta sotto forma di una scheggia in maglia nera con il numero 3 sulle spalle:

48 punti, 6 assist e 5 rubate: ecco l’incredibile bottino di un inarrestabile Allen Iverson

Quel giorno A.I. segno addirittura 48 punti di cui 30 nel solo primo tempo e 7 consecutivi nell’overtime per chiudere le ostilità e concludere la vittoriosa prima gara sul punteggio di 107 a 101. The Answer continuò ad essere imprendibile anche nelle altre gare della serie finale anche se come detto alla fine i Lakers si dimostrarono più forti. Peccato che non riuscì più a trovare la squadra giusta per ritornare a giocarsela per il titolo ma questo giocatore è diventato comunque un’icona sia per le sue giocate che anche nell’immaginario collettivo per via dei suoi capelli con la celebre acconciatura che loro chiamano ‘Braids’ non solo tra i fan ma anche tra numerosi colleghi come tra gli altri Dwyane Wade e LeBron James. Andatevi inoltre a vedere la sua divertentissima intervista dove si era arrabbiato coi giornalisti che davano troppa importanza-secondo lui- agli allenamenti invece che alle partita. Il carisma insomma non gli mancava di sicuro, questo numero 3 sicuramente rimarrà per sempre nella memoria di tutti. Non male soprattutto per dimostrare che la pallacanestro non è solo una questione di altezza. Ma a questo punto penso che sia giusto a questo punto passare la palla a voi lettori: cosa ne pensate di questo campione? Qual è stata secondo voi la sua gara migliore in carriera? Fatemelo sapere nei commenti mi raccomando, per la puntata di oggi della nostra rubrica Nba Talk è davvero tutto, a risentirci alla prossima settimana sulle pagine di Varzone!

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