Home Approfondimenti Nba Talk: l’Nba piange Bill Russell

Nba Talk: l’Nba piange Bill Russell

da michele
Nba Talk

Un saluto a tutti cari appassionati di basket e benvenuti per una nuova puntata della nostra rubrica Nba Talk! La settimana scorsa avevamo dedicato la puntata ad uno dei più grandi del basket attuale mentre quest’oggi, a malincuore, ci concentreremo su uno dei più grandi di tutti i tempi: Bill Russell, la leggenda dei Boston Celtics, ci ha infatti lasciato alla veneranda età di 88 anni lo scorso 31 luglio. Inutile dire che abbia lasciato un notevole vuoto non soltanto nei giocatori (soprattutto gli ex di vecchia data) dei biancoverdi o nei loro sostenitori ma piuttosto nella intera Nba (qui trovate una raccolta delle varie reazioni alla notizia) nonché negli appassionati di basket di tutto il mondo che anche se magari non hanno potuto vedere le sue gesta in campo sicuramente ne avevano ben presente la fama. Il leggendario numero 6 infatti aveva militato nella lega negli anni 60 collezionando la cifra record di 11 titoli in 13 stagioni totali (precisamente dal 1956 al 1969) e viene considerato da tutti come il miglior centro difensivo della storia del gioco: 15,1 punti e 22,5 rimbalzi sono le impressionanti cifre in carriera di questo pivot che è stato indubbiamente in grado di rivoluzionare il gioco fino a meritarsi l’entrata nella Hall of Fame sia come giocatore (1975) che come allenatore (2021).

Il toccante video ricordo di Bill Russell postato dalla Nba

Nessun giocatore con ogni probabilità riuscirà mai a raggiungerlo sia a livello di vittorie totali sia per il primato di 8 anelli Nba consecutivi, pur se conseguito in una lega che non era quella di adesso a livello di competizione dal momento che c’erano la metà delle squadre rispetto alla lega attuale. Nondimeno Russell è stato senza dubbio un vero e proprio leader sia in campo (leggendaria in particolare la vittoria dei Celtics contro i fenomenali Lakers di Chamberlain, Elgin Baylor e Jerry West nella gara 7 delle finali 1969, la sua ultima partita in carriera ) che fuori dove è stato una figura davvero importante nella lotta al razzismo che dilagava a quei tempi in America accanto naturalmente ad altri uomini di spicco come il leggendario e compianto Muhammad Ali. Era davvero una Nba di altri tempi, non c’era i predominio dei tiri da fuori che c’è attualmente ed è per questo che un centro come Russell, che non era particolarmente dotato in attacco (almeno rispetto ad esempio al suo storico rivale Wilt Chamberlain), poteva risultare non solo uno dei migliori della sua squadra ma anche uno dei migliori giocatori dell’intera lega come testimoniano i suoi 5 premi di miglior giocatore che non fanno altro che confermare la sua irripetibile carriera.

Bill Russell (a sinistra) contro Wilt Chamberlain: la prima rivalità storica della Nba

Come forse avrete capito chi vi scrive non ha purtroppo avuto la fortuna di vedere le sue gesta in campo ma come anticipavo all’inizio anche così devo riconoscere che la statura dell’uomo (non parlo solo dei suoi 208 centimetri) era davvero notevole tenendo anche di conto che è stato anche il coach dei Celtics negli ultimi due anni della loro dinastia (68 e 69 quindi) e non era facile tenere la barca in piedi dopo il ritiro di un leggendario allenatore come Red Auerbach con il quale Bill Russell aveva formato una coppia davvero indissolubile: quando si forma un legame così saldo in campo e fuori tra un coach e il proprio capitano e leader di squadra molto spesso si finisce per parlare di Legacy e i risultati arrivano di conseguenza.

Bill Russell e Red Auerbach dopo la vittoria nelle Nba Finals del 1966

Tornando in chiusura alla Nba attuale pensate che Bill Russell è talmente universalmente riconosciuto come il più grande campione Nba di tutti i tempi che la lega ha deciso ormai da parecchi anni (precisamente dal 2009) di dedicare a lui il premio di miglior giocatore delle finali Nba ed è per questo che tradizionalmente Bill Russell svolgeva sempre in prima persona la cerimonia di consegna del premio naturalmente a chi aveva guidato la propria squadra alla vittoria come lui aveva fatto innumerevoli volte nell’arco della sua irripetibile carriera. Forse non era il giocatore più spettacolare da vedere in azione ma ricordate che il basket è uno sport di squadra e si gioca sui due lati del campo: l’obiettivo è sempre quello di vincere il più possibile come team e non individualmente e Russell come ancora per una squadra da titolo era davvero perfetto.

Eccolo qui Russell nel 2012 tra Lebron (con il premio di Mvp delle finali) e Wade

Bene, ci sarebbe davvero tantissimo altro da dire su questo vero e proprio gigante del gioco: per questo motivo vi invito a documentarvi il più possibile su di lui perché penso che sia giusto celebrare e rendere omaggio a personaggi del genere facendo anche un bilancio della loro vita e carriera una volta che purtroppo, inevitabilmente, lasciano questa terra (e questa lega) ai posteri. Bene cari fan della pallacanestro Nba, per la puntata di oggi della nostra rubrica Nba Talk è davvero tutto, a risentirci alla prossima settimana sulle pagine di Varzone!

You may also like

Lascia un commento