Lo stadio Maradona era grermito e in città tutto era pronto a festeggiare lo scudetto.
La partita, prevista per il sabato alle 15 era stata spostata apposta alla domenica per conoscere già il risultato di Inter Lazio, match fondamentale per avere la matematica certezza dello scudetto in caso di pareggio o vittoria dell’inter e successiva vittoria del Napoli.
Ma gli azzurri avevano fatto i conti senza l’oste, affrontando la partita con la Salernitana come una formalità, il cartellino da timbrare prima di dare inizio alla festa scudetto. Un errore che, come insegna la storia (chiedete ai tifosi interisti nominando il famoso 5 maggio), non bisogna mai fare soprattutto se si tratta di un “derby” e se ci sono in ballo anche punti per la salvezza.
I granata di Paulo Sosa hanno fatto la loro partita chiudendo gli spazi alle incursioni dei campioni azzurri e mantenendo l’ordine in campo per tutto il primo tempo che si è chiuso sul risultato di 0 a 0.

Nel secondo tempo gli uomini di Spalletti hanno trovato il gol con un colpo di testa di Olivera nato da un calcio d’angolo e su cui anche Ochoa, si è dovuto arrendere.

Dopo il gol subito la Salernitana non si è data per vinta, Paulo Sosa ha modificato l’assetto tattico in campo giocando 3 punte provando a riagganciare la partita e così è stato. Dia fa partire un tiro da fuori area che si insacca alle spalle di Meret. 1 a 1 che non è cambiato nonostante i tentativi di vittoria degli azzurri.
La Salernitana si è dimostrata una squadra solida, tutt’altro che l’agnello sacrificale sull’altare dello scudetto Napoletano.
Il Napoli ha fatto la partita, come immaginabile, ma gli è mancato quel senso cinico e la cattiveria per chiudere la partita. Fortunatamente per gli azzurri, la festa è solo rimandata di qualche giorno.