A fianco ad un campionato di Serie A che ormai sembra già assegnato, stiamo assistendo sempre al tracollo sempre più verticale della Coppa Italia. La seconda massima competizione offerta dal calcio italiano è da anni sempre meno seguita, sempre meno apprezzata, e sovente diventa la coppa più trascurata dai club, che sovente decidono di snobbarla a favore di altri obiettivi (esempio di quest’anno il Napoli o la Roma, ma anche il Milan e la Lazio).
Negli ambienti del tifo la Coppa italia è ormai divenuta la “Coppa portaombrelli”, una competizione che viene ritenuta praticamente inutile (almeno fino a quando non diventa l’unico obiettivo staglonale), eppure, secondo chi invece cerca di guardare obiettivamente lo sport, bastrerebbe poco per renderla di nuovo accattivante e combattuta.
Dati i recenti avvenimenti, tra un Juventus-Inter che si è trasformato in un match di wrestling sul finale dopo la vicenda Lukaku, e dopo aver visto una semifinale tra Cremonese e Fiorentina che ha spinto il dibattito sulla Coppa Italia verso nuove vette, può sorgere spontaneo domandarsi se la competizione ha ancora senso, ma soprattutto cosa si può fare per migliorare un format che da anni non fa altro che risultare stantio.

La Coppa Italia e le sue contraddizioni
L’attuale format della Coppa Italia prevede la partecipazione di tutte le squadre facenti parte dei campionati professionistici italiani, quindi fino ad arrivare alla Lega Pro. La competizione prende il via agli inizi della stagione, con i primi turni eliminatori che vedono scendere in campo le squadre delle leghe minori più qualche squadra della Serie A tra le peggiori classificate. Solo a partire dagli ottavi di finale entrano in gioco le migliori classificate della Serie A, ossia le squadre che sono arrivate nei primi otto posti la passata stagione. Successivamente la “formula” si incarta tra turni unici e partite andata e ritorno, dove le semifinali, che vengono giocate nella parte finale della stagione, diventano a doppio turno mentre invece il resto della competizione è su un’unica partita con elminazione diretta.
Tutto questo si traduce in partite che, almeno fino ai quarti di finale, risultano semplicemente inguardabili e di bassa qualità. Molto spesso le squadre delle categorie inferiori si giocano le partite all’ultimo sangue, mentre invece le compagini di Serie A “scelgono” di salvaguardarsi dalla competizione uscendo subito: il discorso non vale solo per le squadre più importanti, ma lo si può estendere anche alle squadre che, nella stagione in corso, dovranno lottare per salvarsi, decidendo quindi di rinunciare a questa competizione per concentrarsi sulla lotta salvezza.
Una volta subentrate le squadre più grandi poi il discorso non cambia: squadre che lottano per la Champions League, o che magari sono impegnate nelle coppe europee, deliberatamente scelgono di rinunciare alla Coppa Italia, un impegno extra in mezzo ad una stagione già piena zeppa di impegni. E questa scelta, nell’edizione attuale, si è resa ancora più evidente a causa della sosta per i Mondiali, che ha compresso ulteriormente un calendario già estremamente corto per sopperire tutti gli impegni.
Non basta però solo questo a spiegare quello che è accaduto nell’edizione attuale della Coppa Italia, dove praticamente solo Juventus e Inter sono le due vere e proprie big ancora in corsa, con dall’altra parte la Fiorentina che sembra aver conquistato agilmente sconfiggendo la Cremonese, arrivata fino in semifinale eliminando due possibili vincitrici come Napoli e Roma. Il fatto è che è proprio l’atteggiamento delle squadre a portare allo snobbismo nei confronti della competizione, e proprio Napoli e Roma ne sono l’esempio: i partenopei hanno affrontato la Cremonese prima della roboante vittoria contro la Juventus al Maradona, giocando con le riserve, mentre invece la Roma era maggiormente concentrata sul campionato e sul ritorno col Salisburgo di Europa League, mandando in campo le riserve anche in questo caso, cosa che, Bodo Glimt e Sassuolo docet, per la formazione di Mourinho non ha mai funzionato. Questo avviene perché è proprio la concezione della Coppa Italia ad essere mutata, e questa ha perso lo smalto e l’importanza che aveva un tempo.

Le soluzioni per migliorare la Coppa Italia
In tutto questo, con una Coppa Italia in vistoso calo di interesse e soprattutto di ascolti, la Lega sta pensando di dare retta ai tanti tifosi che, senza cognizione di causa, vengono a chiedere di adattare il format della FA Cup inglese. Per noi questa scelta sarebbe pura e semplice follia: invece di fare ciò che andrebbe fatto, ossia ridurre il carico, si pensa di andare ad ingolfare ancora di più i calendari facendo partecipare alla Coppa Italia le squadre di Promozione (la settima lega italiana), che è un campionato regionalde dove sono presenti migliaia di squadre. Il format della FA Cup in Italia è semplicemente inadattabile, in primis per la differente strutturazione del calcio inglese rispetto a quello nostrano, ma anche perché torniamo al precedente discorso del calendario troppo pieno: è ora di dire basta a questo aumento sconsiderato del numero di partite che ormai da anni è stato intrapreso dalle istituzioni che regolano il calcio italiano, europeo e internazionale.
Sarebbe invece ora di sperimentare un qualcosa di diverso: invece di guardare al modello FA Cup, perché non guardare al modello della Champions League, con dei mini-gironi da quattro o cinque squadre, dove vengono prese le migliori classificate dei campionati di Serie A, Serie B e Lega Pro, con una fase ad eliminazione diretta che invece di cominciare dai sedicesimi viene ad iniziare direttamente dai quarti, con partite secche fino alla finale, creando un modello ibrido che renderebbe non solo più corta la competizione, e quindi di base più accattivante perché si andrebbe ad innalzare la qualità delle partecipanti, ma anche garantendo lo spettacolo. Così facendo si porterebbe anche ad una maggiore copertura televisiva, invogliando il pubblico a vedere le partite ( è preoccupante il fatto che tantissimi tifosi non vedano neanche la loro squadra del cuore quando gioca in Coppa Italia). Il problema è urgente, la Coppa Italia deve ritornare ai suoi fasti il prima possibile, onde evitare di vedere quello che ci siamo ormai tristemente abituati a vedere negli ultimi anni.
Cosa ne pensate voi della Coppa Italia? Quali sarebbero le soluzioni che secondo voi potrebbero riportare in auge la competizione? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti!
