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Il Verona dei miracoli

da Giuseppe Nebbiai
Verona

Prima della favola di Ranieri a Leicester, prima della magica Samp degli anni 90, con Mancini e Vialli, anche in Italia c’è stata una storia dove Davide riuscì a battere Golia: il mitico Verona di Osvaldo Bagnoli!

Correva la stagione calcistica 1984/85, il campionato di calcio era sempre a girone unico, ma le squadre partecipanti erano soltanto 16. In estate si giocò il campionato europeo di calcio in Francia, rassegna vinta poi proprio dai padroni di casa, guidati dal tre volte pallone d’oro Michelle Platini, che batterono in finale la Spagna, trascinati dal fuoriclasse bianconero che, vinse la classifica marcatori con ben 9 reti.

Anche nei confini nazionali, era il campione francese a dominare la scena, infatti vinse la classifica marcatori anche in questa folle e rocambolesca edizione del campionato di calcio 1984/85 di cui parleremo in questo articolo.

Quella stessa stagione però, arrivò in Italia un altro calciatore che avrebbe lasciato un segno indelebile, il 5 giugno 1984, veniva presentato a Napoli un certo Maradona, ingaggiato dalla società per la cifra monstre di 13 miliardi di lire, un vero e proprio colpaccio, pagato caro, ma che avrebbe ripagato alla grande l’entusiasmo dei 70000 napoletani accorsi al San Paolo per vedere dal vivo il fuoriclasse argentino. Ma quello di Maradona non fu l’unico colpo ad effetto dei dirigenti di serie A, infatti la norma che avrebbe impedito ai club di tesserare calciatori stranieri dal gennaio successivo per tre anni, portò ad una vera e propria corsa al campione, vedi gente del calibro di Karl Heinz Rummenigge all’Inter, Socrates alla Fiorentina, Hateley al Milan, ma anche Briegel, nazionale tedesco dell’ovest, ed Elkjaer al Verona, che già da un paio di stagioni gravitava nelle zone alte della classifica, ed aveva la giusta ambizione di dire la sua in termini di successo.

Con queste premesse, iniziò un campionato di calcio che avrebbe portato gli scaligeri sul tetto d’Italia, meritatamente, con grande stupore ed ovviamente con qualche polemica, specialità italica già ben diffusa anche all’epoca dei fatti narrati.

Dopo oltre sessant’anni, l’Hellas Verona riuscì a portare anzi a riportare lo scudetto in provincia, era infatti dalla stagione 1969- 1970 targata Cagliari che una “piccola” non si aggiudicava il massimo campionato di calcio nazionale. Il timoniere di questa piccola grande squadra è Osvaldo Bagnoli, i protagonisti della trionfale cavalcata che portò lo scudetto all’arena di Verona furono invece il difensore Briegel e il duo d’attacco Elkjaer- Galderisi. Ma veniamo al racconto del campionato: Già alla prima giornata gli scaligeri strapazzano il Napoli di Maradona per tre a uno, quello, fu l’inizio della trionfale cavalcata degli uomini di Bagnoli, che presero subito coraggio e consapevolezza, infatti nei match successivi contro Inter Juve Roma, dimostrarono che l’Hellas poteva davvero ambire a grandi cose per quella stagione, la dimostrazione è che riuscì a mantenere l’imbattibilità in tutti e tre i big match. La prima sconfitta arrivò allo stadio Partenio Di Avellino, ma le dirette inseguitrici Inter e soprattutto Torino, non approfittarono dello scivolone (non è solo un modo di dire, visto che Avellino Verona, si disputò sotto Un’incessante nevicata invernale).

L’Hellas viaggiava quindi a gonfie vele per tutto il girone di andata, inoltre riuscì a strappare un bel pareggio al San Paolo di Napoli alla prima di ritorno, ma in quell’occasione, l’Inter di Ilario Castagner agganciò Il Verona in vetta alla classifica. Da quel momento in poi però i gialloblù misero in fila un’importante serie di risultati utili consecutivi, staccando sia Il Torino che l’Inter, che man mano, mollò la presa. La vittoria contro la Lazio, è la partita che diede di fatto lo scudetto agli uomini di Osvaldo Bagnoli, il 12 maggio 1985 infatti gli bastò pareggiare per uno a uno a Bergamo contro l’Atalanta, per conquistare il suo primo ed unico (e probabilmente irripetibile) scudetto. Ad oggi Il Verona è ancora l’unica squadra di città non capoluogo di regione, ad aver conquistato un campionato di serie A. Potremmo parlare di un campionato un tantino sotto le aspettative ma, la verità è che quella squadra dominò sia il girone di andata che il girone di ritorno. L’organizzazione di gioco imposta dal tecnico, due innesti di qualità come Brigel ed Elkjaer ed un entusiasmo travolgente in città, permisero al Verona di trionfare con grande merito.

A livello tecnico inteso come panchina, si iniziava ad intravedere il futuro del calcio, con aggiornamenti tattici importanti, un esempio importante è Sven Goran Eriksson che, sulla panchina della Roma, iniziava a mostrare il suo gioco moderno, in particolare la difesa a zona. Il campionato era ricco di grandi calciatori e grandi allenatori Da Luigi radice a Nils Liedholm, ma se pensiamo che è più forti calciatori in circolazione giocavano tutti in Italia, ecco fatto che risulta piuttosto semplice affermare che quei campionati, in quegli anni, erano una vera e propria parata di stelle internazionali. Palloni d’oro ovunque, bandiere delle proprie nazionali come Socrates ad esempio, vestivano le maglie di club anche minori pur di giocare da noi.

Tornando al presente, le similitudini con il miracolo compiuto da mister Ranieri qualche anno fa alla guida del Leicester City, sono molte anzi moltissime, in entrambi i casi infatti c’erano squadre sulla carta molto più attrezzate per aggiudicarsi la vittoria finale, ma, come succede purtroppo poche volte in questo sport, l’esito della contesa non è mai scontato. In molti anche addetti ai lavori, qualche stagione fa portavano come esempio tangibile l’impresa che riuscì a compiere Osvaldo Bagnoli alla guida dell’Hellas Verona nel 1984/85, impresa simile che fu poi eguagliata dalla Sampdoria qualche anno più tardi, ma la dimensione dei due club non è paragonabile. La stagione magica del Verona, vide retrocesse in serie B Lazio Cremonese ed Ascoli, mentre il Milan si qualificò alle coppe europee dopo 10 anni di assenza, dovuta anche alle retrocessioni in B, dovute a calcio scommesse e progetti tecnici totalmente sbagliati. Quell’anno, La Juventus vinse la sua prima Champions League, nella tragica notte dell’Heysel, dove persero la vita tante troppe persone per una partita di calcio. Quella stagione verrà inoltre ricordata, per l’avvento in serie a del calciatore più forte degli anni 80, che risponde, naturalmente, al nome di Diego Armando Maradona, che 12 mesi più tardi infatti, si sarebbe laureato campione del mondo con la sua Argentina nei mondiali di Messico ’86, trascinando l’Albiceleste, ad uno storico trionfo in terra azteca.

Nella speranza, di poter assistere di nuovo ad un miracolo sportivo come quello targato Verona nel 1985, vi invito se volete, a guardarvi qualche video facilmente reperibile su Youtube inerente al tipo di calcio che si praticava all’epoca, con regole diverse ritmi diversi ma anche campioni diversi.

Grazie per leggere i nostri racconti

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