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Andrea Ranocchia, un signore del calcio

da Gabbo
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Andrea Ranocchia ed il Monza hanno deciso di rescindere in maniera consensuale il contratto che li legava. Una cosa che accade di rado in Serie A, e se accade è per motivi disciplinari o per forti disaccordi. Ma per Ranocchia è diverso.

Ranocchia, un signore in mezzo a tanti mercenari

Lo sappiamo bene, e lo diciamo fin troppo spesso: nel calcio di oggi contano solo i soldi. Ce ne siamo convinti, e nella maggior parte dei casi è davvero così. Ma ci sono calciatori che vanno oltre il denaro, e non parliamo solo di chi sceglie forse giustamente di andare in un club prestigioso.

Andrea Ranocchia è stato il primo acquisto del Monza promosso in Serie A, lo scorso maggio, che disputerà uno storico campionato. Quale migliore occasione quindi per un calciatore con una discreta carriera, che non trova più contratti top, di rilanciarsi se non proprio al neopromosso Monza che promette fuoco e fiamme? Ranocchia evidentemente la pensa così, e si lascia allettare dalla proposta del Monza. Una carriera da difensore centrale, iniziata a Bari a 18 anni sotto la guida niente poco di meno che di Antonio Conte. Andrea si mette subito in mostra, insieme al compagno di reparto Leonardo Bonucci, tanto che arriva nel 2011 l’occasione della vita: l’Inter post triplete lo compra dal Genoa per affidargli le chiavi del reparto. 4 stagioni a buoni livelli, con l’affetto del pubblico e la stima della società. Poi arrivano i suoi anni difficili, ma Ranocchia è sempre lì pronto, senza mai un mugugno, quale esemplare professionista. Un paio di prestiti non lo fanno tornare ai suoi livelli, tanto da finire svincolato all’Inter la scorsa estate. E così è il Monza a cogliere l’occasione.

Alla prima di campionato contro il Napoli Ranocchia si frattura il perone. Brutto infortunio, tempi di ripresa incerti e un fisico che ormai non è più quello di un ragazzino. E oggi la scelta da vero signore: rinuncia ai soldi e chiude il proprio contratto col Monza. Perché probabilmente per Andrea il calcio non è mai stato una questione di soldi, ma di amore, di valori. Una carriera costellata da pochi alti e tanti bassi, che Andrea non avrebbe meritato. A questo punto non ci resta che fargli un grandissimo in bocca al lupo e sperare che torni alle luci della ribalta al più presto. Se lo merita Andrea, se lo meritano i romantici rimasti di questo sport.

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